San Massimiliano Kolbe
Le opere
Il sacrificio
L'infanzia
Colui che è stato definito il cavaliere, l'apostolo, il folle di Maria Immacolata nacque a Zdunska-Wola, in quel di Lòdz (Polonia) il 7-1-1894, terzogenito dei cinque figli che Giulio (fl914), umile tessitore, ebbe da Maria Dabrowska (+1946), modello di sposa e di madre. Il piccino, che al fonte battesimale ricevette il nome Raimondo, crebbe tanto amorevole e mite che i compagni gli affibbiarono il nomignolo di "marmellata". Frequentò le scuole elementari nel vicino villaggio di Pabianice, dove i genitori si erano trasferiti per migliorare le proprie condizioni economiche.
Nei processi canonici depose di lui la mamma: "Era un ragazzo molto vivo, svelto, e un tantino dispettoso, ma tra i miei figli il più ubbidiente. Ebbi in lui un vero aiuto, quando con mio marito mi recavo al lavoro. Raimondo pensava alla cucina, rendeva uno specchio la casa sbrigandone le faccende. Egli si distingueva dai suoi tre fratelli persino nel ricevere il castigo per qualche leggera scappatella. Portava sempre da sé il bastone della punizione e, senza esitare, si prostrava sulla panca e poi, ricevuto il castigo, ringraziava noi genitori e imperturbato rimetteva il bastone al suo posto".
La mamma, fin dall'infanzia del figlio, sapeva che un giorno sarebbe stato martire. Scrisse difatti ai Conventuali a due mesi dalla morte di lui: "Una volta non mi era piaciuto in lui qualcosa, e gli dissi: "Raimonduccio, chi sa che cosa sarà di te". Dopo non ci pensai più, ma osservai che il bambino cambiò in modo da non potersi riconoscere. Avevamo un piccolo altare nascosto, presso il quale si recava a pregare senza farsene accorgere. In generale si mostrava al di sopra della sua età infantile per il comportamento, essendo sempre raccolto, serio, e quando pregava piangeva.
"Mi preoccupavo se non fosse, per caso. malato, e quindi gli domandai: 'Che cosa succede in te? Devi raccontare ogni cosa alla tua mammina...'. Tremante per l'emozione e con le lacrime agli occhi mi disse: 'Quando, mamma, mi rimproverasti, pregai molto la Madonna di dirmi cosa sarebbe stato di me. In seguito, trovandomi in chiesa, la pregai nuovamente. Allora Ella mi è apparsa, tenendo nelle mani due corone; una bianca e l'altra rossa. Mi guardava con affetto e mi chiese se volevo quelle due corone. La bianca significava che avrei perseverato nella purezza, e la rossa che sarei stato un martire. Risposi che le accettavo... Allora la Madonna mi guardò dolcemente e scomparve".
Raimondo divenuto Massimiliano, dopo il noviziato fu inviato a Roma, dove restò sei anni, laureandosi in filosofia allâUniversità Gregoriana e in teologia al Collegio Serafico, venendo ordinato sacerdote il 28 aprile 1918. Massimiliano Kolbe non ancora sacerdote, fondava con il permesso dei superiori la âMilizia dellâImmacolataâ, associazione religiosa per la conversione di tutti gli uomini per mezzo di Maria.
Alternando periodi di riposo a causa della tubercolosi che avanzava, padre Kolbe fondò a Cracovia verso il Natale del 1921, un giornale di poche pagine âIl Cavaliere dellâImmacolataâ per alimentare lo spirito e la diffusione della âMiliziaâ.A Varsavia con la donazione di un terreno da parte del conte Lubecki, fondò âNiepokalanowâ, la âCittà di Mariaâ; quello che avvenne negli anni successivi, ha del miracoloso, dalle prime capanne si passò ad edifici in mattoni, dalla vecchia stampatrice, si passò alle moderne tecniche di stampa e composizione, dai pochi operai ai 762 religiosi di dieci anni dopo, il âCavaliere dellâImmacolataâ raggiunse la tiratura di milioni di copie, a cui si aggiunsero altri sette periodici.
Ma ormai la Seconda Guerra Mondiale era alle porte e padre Kolbe, presagiva la sua fine e quella della sua Opera, preparando per questo i suoi confratelli; infatti dopo lâinvasione del 1° settembre 1939, i nazisti ordinarono lo scioglimento di Niepokalanow; a tutti i religiosi che partivano spargendosi per il mondo, egli raccomandava âNon dimenticate lâamoreâ, rimasero circa 40 frati, che trasformarono la âCittà â in un luogo di accoglienza per feriti, ammalati e profughi.
il 17 febbraio 1941 insieme a quattro frati, venne imprigionato.
Alla fine di luglio fu trasferito al Blocco 14, dove i prigionieri erano addetti alla mietitura nei campi; uno di loro riuscì a fuggire e secondo lâinesorabile legge del campo, dieci prigionieri vennero destinati al bunker della morte. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno dei prescelti, un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Dopo 14 giorni non tutti erano morti, rimanevano solo quattro ancora in vita, fra cui padre Massimiliano, allora le SS decisero, che giacché la cosa andava troppo per le lunghe, di abbreviare la loro fine con una iniezione di acido fenico; il francescano martire volontario, tese il braccio dicendo âAve Mariaâ, furono le sue ultime parole, era il 14 agosto 1941.
Le sue ceneri si mescolarono insieme a quelle di tanti altri condannati, nel forno crematorio; così finiva la vita terrena di una delle più belle figure del francescanesimo della Chiesa polacca. Il suo fulgido martirio gli ha aperto la strada della beatificazione, avvenuta il 17 ottobre 1971 con papa Paolo VI e poi è stato canonizzato il 10 ottobre 1982 da papa Giovanni Paolo II, suo concittadino.